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Se Shakespeare fosse un nostro contemporaneo forse non si sarebbe posto interrogativi esistenziali ma quesiti più prosaici: cosa si può definire una startup? E cosa la differenzia da una PMI? In generale, quando si parla di imprenditorialità, lo si fa riferendosi a due possibili cluster: imprenditorialità di tipo startup finalizzata alla realizzazione di IDE (Innovation Driven Entreprises), e imprenditorialità “tradizionale” volta alla costituzione di Small/Medium Entreprises (SME), in Italia chiamate Piccole Medie Imprese o PMI.

Esistono anche numerosi altri tipi tipi di business, ma oggi vogliamo concentrarci su questi due.

Le definizioni di startup e PMI possono dipendere da Paese a Paese. In Italia c’è una distinzione tecnica tra le cosiddette startup innovative e PMI innovative. Tuttavia, in questo articolo non vogliamo fare ragionamenti sulle definizioni utilizzate nei regolamenti, bensì riflessioni più concettuali.

Partiamo dal definire una startup. Cos’è una startup?

Di definizioni possibili ce ne sono tante. Eccone una: “Una startup è un’organizzazione temporaneamente progettata per creare un nuovo prodotto o servizio in condizioni di estrema incertezza, cercando un modello di business scalabile e ripetibile, un mix di definizioni tra Steve Blank ed Eric Ries.

Ma soffermiamoci sul alcune parole chiave.

Temporanea – il termine startup fa riferimento a una fase transitoria di un percorso imprenditoriale ben più lungo, finalizzato a trasformare un’idea in innovazione (Come dice il docente del MIT, Ed Roberts: Innovation = Invention + Commercialization). Non si è startup a vita!

Nuovo – l’innovazione (di processo o di prodotto) è “conditio sine qua non” quando si parla di startup. Le startup nascono per soddisfare un bisogno non ancora soddisfatto o soddisfatto in maniera non ottimale. Nascono per sovvertire lo “status quo” o per sconvolgere (o creare) un mercato. In altre parole, nascono per innovare.

Scalabile e ripetibile – replicabilità significa che il modello di business di una startup può essere ripetuto in diverse aree geografiche e in diversi periodi temporali senza aver bisogno di grandi modifiche. La scalabilità è la capacità di una startup di crescere in modo esponenziale utilizzando poche risorse.

L’idea dietro a una startup è quella di crescere velocemente. Differenziarsi rispetto alle alternative presenti sul mercato è un aspetto chiave per le startup e di solito imparano facendo, adattandosi rapidamente alle richieste del mercato. Un altro aspetto caratterizzante delle startup è l’incertezza, ovvero il fatto di avere tantissime ipotesi che hanno bisogno di essere validate, e quindi testate. Spesso le startup cercano di cambiare lo “status quo” e di avere un impatto dirompente sul mercato. Altre volte i mercati sono ancora inesistenti.

Una SME, dall’altra parte, è più strutturata. Spesso nasce avendo dei rischi minori, perché magari è già stato analizzato il mercato, individuati i clienti, e validata la soluzione. Si pensi, ad esempio, ad una pizzeria.

In generale, la formula magica del business model è già conosciuta e testata.

Ecco perché molte startup nascono nel mondo Tech. Volte a creare Innovation Driven Entreprises, le startup con una forte componente tecnologica hanno infatti grandi potenzialità di scalare, espandersi globalmente e, quindi, attirare capitale.

Un’altra differenza sostanziale tra queste due possibilità è il percorso. Ovvero come viene valorizzata la crescita. È fondamentale tenere sempre bene a mente la distinzione tra Startup e SME, poiché, a seconda della tipologia di business che il team imprenditoriale vorrà (o potrà) sviluppare, deriverà una strategia di fundraising completamente differente.

Una startup difficilmente ha dei profitti nei suoi primi anni di vita. Una SME potrebbe essere profittevole fin da subito.

La startup solitamente ricerca finanziamenti di equity financing, ed è disposta a cedere parte della sua entità a soggetti investitori come Business Angels e VC. Questi ultimi si aspettano grandi ritorni dalle startup. Una SME, invece, è più riluttante a perdere il controllo del proprio business.

Per terminare, è anche l’ambizione spesso a fare la differenza. Una startup spesso ha il sogno di diventare un “unicorno”, fare meglio dei suoi competitor ed espandersi globalmente. Sicuramente una startup è una “fenice”: deve morire per poter nascere dalle sue ceneri e crescere. Una SME, dall’altro lato, si accontenta di una presenza locale, e spesso ricerca un sostentamento nel lungo termine basato su bassi sforzi.

Ovviamente queste sono generalizzazioni. Spesso è quello che si vuole essere che determina poi quello che si è. La differenza è principalmente nel percorso. E nell’incertezza e i rischi legati ad esso. Dopo tutto, è proprio il percorso il premio dell’avventura imprenditoriale.

Risorse utili

  1. https://brighterbox.com/blog/article/difference-between-startups-and-smes
  2. https://blog.ziploan.in/difference-between-sme-and-startup/
  3. https://www.nerdwallet.com/article/small-business/startup-vs-small-business
  4. A tale of two entrepreneurs: Understanding Differences in the Types of Entrepreneurship in the Economy. Bill Aulet and Fiona Murray, 2013
A cura di Andrea Mulazzani e Francesca Sapuppo