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In PoliHub siamo convinti che l’imprenditorialità possa essere appresa e quindi insegnata. Lo abbiamo già scritto nell’articolo di qualche settimana fa: fare startup è un lavoro collettivo, scandito da modalità e processi derivanti a loro volta dall’applicazione rigorosa di una metodologia scientifica. Lo sviluppo di un progetto imprenditoriale passa in prima battuta dalla formulazione ciclica di un set di ipotesi e dalla predisposizione di una serie di test ed esperimenti finalizzati a ottenere un valido riscontro empirico.

Chiarito questo punto, una serie di domande potrebbero comunque balenarti in testa in questo momento: “Ho davvero tutte le carte in regola per lanciare la mia startup? Sarò in grado davvero di fare l’imprenditore?”. Dare una risposta efficace senza scadere nel banale o nel melenso è impresa ardua. Ma la nostra esperienza in PoliHub ci ha portato a riconoscere nel corso degli anni una serie di tratti distintivi e dinamiche peculiari all’interno dei team di founder, che ci sentiamo di poter prendere come riferimento per rispondere ai tuoi dubbi amletici.

Curiosità e capacità di ascolto

Se vuoi fare startup devi essere pronto a uscire dal tuo laboratorio, ufficio o garage per aprirti al mondo. Il confronto continuo con le persone e la capacità di ascoltare, sintetizzare e sistematizzare i dati raccolti per orientarli verso una decisione rappresenta l’essenza stessa del mestiere di un qualsiasi imprenditore. I migliori team sono quelli che sono spinti da questa naturale tensione all’apprendimento, mossi da un’insaziabile curiosità di esplorare e da un’innata volontà di confrontarsi e mettere in discussione anche le proprie certezze.
L’ascolto e il confronto generano apprendimento, l’apprendimento accelera la crescita e la velocità rappresenta una dimensione fondamentale per il successo di ogni startup.

Capacità di focus

“The essence of Strategy is Choosing not to do”, diceva qualcuno, soprattutto, aggiungiamo noi, quando si vuole lanciare una startup. Essere focalizzati significa rinunciare a opportunità, progetti, iniziative che non aggiungono valore alla startup e che non sono strettamente collegati agli obiettivi di business che si vogliono perseguire. Vuoi diventare un bravo imprenditore? Allenati a dire No!

Ossessione e orientamento all’execution

Fare startup non è un lavoro full-time, ma un lavoro full-life. Intraprendere un percorso imprenditoriale significa essere mossi da una passione totalizzante, spesso una vera e propria ossessione per il proprio progetto imprenditoriale, legata non tanto alla realizzazione del proprio ego ma quanto alla ferma volontà di voler cambiare il mondo con la propria startup. I migliori imprenditori sono quindi quelli che riescono a indirizzare questo fuoco in azione, riuscendo in team a far accadere le cose in un tempo limitato.

A cura di Lorenzo Boldrini e Francesca Sapuppo