
Si è concluso lo scorso 16 novembre lo Smart City Expo World Congress, la tre giorni delle “città intelligenti”, organizzata da Fira de Barcelona. Un’edizione, la settima, di grande successo che ha riunito oltre 700 città, 675 espositori , oltre 400 relatori e una presenza record di oltre 18.000 visitatori. La manifestazione si è tenuta in concomitanza con il primo Smart Mobility World Congress.
Tra le aziende “in visita” anche Citybility, startup innovativa a vocazione sociale fondata con l’obiettivo di rendere le città sempre più accoglienti, contribuendo a sviluppare il commercio e i progetti concreti delle non profit locali attraverso una piattaforma multi-canale per la raccolta fondi. Nati nel 2014, incubati in Polihub, continuano a sostenere i progetti sociali sul territorio.

Di questa esperienza spagnola abbiamo parlato con Ivan Ciaburri, Co Founder e Presidente del Consiglio d’Amministrazione di Citybility.
Come mai avete partecipato allo Smart City Expo World Congress?
“Due sono stati gli obiettivi della nostra partecipazione allo Smart City Expo World Congress: incontrare aziende che potessero essere da stimolo per lo sviluppo futuro di Citybility e guardare lo stato dell’arte della tecnologia mondiale e a quello che fanno i competitor. In entrambi i casi si è trattata di un’esperienza molto utile. Abbiamo vinto l’Horizon 2020 Fase 1 nella categoria Business Model Innovation e siamo stati finanziati per uno studio per lo sviluppo europeo di Citybility. Siamo entrati in un programma, lo SME Instrument della Commissione Europea per lo sviluppo delle aziende d’eccellenza, grazie al quale abbiamo tutta una serie di servizi gestiti direttamente dalla commissione per lo sviluppo. Siamo stati quindi chiamati a partecipare perché molto in linea con l’evento di Barcellona”.
Quali sono stati gli spunti più importanti per Citybility riguardo questa partecipazione?
“Una fiera può essere molto dispersiva ma in questo caso abbiamo fatto un’attività di brokerage event, incontri one-to-one che ci hanno permesso di incontrare tre aziende che lavorano in aree ed hanno delle competenze tecnologiche che, secondo noi, dovrebbero essere il futuro di Citybility”.
Vuoi raccontarci qualche dettaglio in più?
“Sono aziende che si occupano di tecnologie sempre più utilizzate nel mondo delle smart city ma non ancora nel fundraising. E che penso rappresentino il futuro di Citybility. Nel 2018 ci saranno importanti novità e credo che Barcellona abbia rappresentato un’opportunità per raggiungere traguardi importanti”.
Citybility, startup incubata in PoliHub, è la piattaforma di Social Responsibility Shopping che mette in contatto gli esercenti e i loro clienti, per sostenere i progetti delle non profit locali. Citybility crea un circolo virtuoso in cui tutti ci guadagnano: i negozi possono incrementare i profitti, le non profit locali hanno un nuovo strumento per far finanziare i loro progetti e i consumatori hanno la possibilità di dare un nuovo significato ai loro acquisti.