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a cura di Deloitte

L’improvviso avvento della pandemia ha cambiato radicalmente le nostre abitudini di vita e, in questo particolare momento storico in cui sono cambiate le regole del nostro vivere e agire, ambiti come quello della mobilità hanno un ruolo rilevante sulla qualità della vita delle persone.

Secondo un’indagine di Deloitte circa i due terzi intervistati di un campione rappresentativo identificano la mobilità come elemento fondamentale nella qualità della vita, in primis per l’impatto che ha sul tempo libero a disposizione (67%), ma anche sulla salute (60%) e il benessere (58%).
Le recenti restrizioni dovute alla pandemia su scala globale hanno disegnato nuovi modelli comportamentali, di fatto dipendenti da una ridotta mobilità imposta. Le “nuove regole di condotta” hanno avuto importanti conseguenze durante l’alternarsi delle riaperture: circa 3 rispondenti su 4 hanno infatti modificato i propri comportamenti in ambito mobilità, riducendo gli spostamenti non necessari (42%) e preferendo i mezzi privati (37%). Inoltre, il timore del contagio ha scoraggiato l’utilizzo del trasporto pubblico locale (TPL), caratterizzato da grandi assembramenti di persone, e ha scaturito un sostanziale incremento di domanda verso forme di mobilità che favoriscano il distanziamento sociale.

Questa nuova necessità ha accelerato l’apertura dei cittadini verso nuove soluzioni di mobilità che andassero oltre all’auto privata o alla bicicletta: circa un terzo del campione (28%) ha dichiarato di aver iniziato ad apprezzare nuove forme di mobilità che prima dell’emergenza sanitaria ignorava, come i veicoli in condivisione (ad esempio car pooling, monopattino in sharing, ride hailing e scooter sharing). Queste nuove soluzioni, che già in fase pre-Covid stavano riscuotendo forte popolarità, sono state ancor più apprezzate in quanto hanno rappresentato valide e sicure alternative ai mezzi di trasporto tradizionali.

Ciò che sorprende maggiormente del sondaggio riguarda però il fatto che il 70% degli italiani intervistati afferma di conoscere i servizi di car sharing e bike sharing, contro una media europea del 50%, ma il livello di utilizzo tra chi conosce queste forme di mobilità è più elevato all’estero. La ridotta propensione all’utilizzo delle nuove soluzioni di mobilità è principalmente dettata dall’assenza o limitata presenza sul territorio (in media 38%) e da una scarsa comprensione dei benefici ad esse legati (in media 36%). I servizi di mobilità condivisa offerti in Italia soddisfano meno di un rispondente su tre (27%), contro una media europea del 39%.

È ragionevole considerare che la bassa soddisfazione e il relativo scarso utilizzo della mobilità condivisa è in qualche modo riconducibile alla mancanza di una piattaforma di servizi che possa facilitare l’uso combinato di tutte le forme di mobilità: l’assenza di un ecosistema urbano.

Il 72% degli italiani (vs. 61% media europea) ritiene infatti importante la presenza di un unico punto di accesso che integri diverse soluzioni di trasporto.

Il cittadino, inteso come attore dello stesso ecosistema urbano, ha bisogno di avere strumenti semplici ed efficaci al fine di soddisfare le proprie esigenze lavorative, ricreative, scolastiche e turistiche. Per farlo ha bisogno di poter scegliere il mezzo di trasporto, avendola possibilità di combinare forme miste e alternando il trasporto pubblico locale ai i mezzi privati ed ai veicoli in condivisione.


Immaginate di dover partecipare ad un convegno nella città di Milano. Arrivate all’aeroporto e avete poco tempo per raggiungere il convegno che si trovo nel centro storico, inaccessibile alle auto private. Prendete il vostro telefono, aprite un’App e inserite la destinazione. Potreste dire che questa app esiste già (es. Google Maps) o potreste pensare che la soluzione più semplice e banale sia il taxi.

Ma se questa app racchiudesse tutte le forme di mobilità? Probabilmente la soluzione più veloce per arrivare in tempo al convegno non è prendere il taxi, non è prendere la metro e neppure un car sharing, ma un misto di queste forme di mobilità. Sarà proprio l’App sul tuo cellulare a spiegarti in maniera semplice e precisa cosa fare e quale mezzo di trasporto sia ottimale per quella determinata destinazione, tenendo in considerazione tutte le variabili, quali il tempo a disposizione, i costi e le diverse forme di mobilità.


L’obiettivo per i cittadini in termini semplici è quello di massimizzare l’utilità percepita, soddisfare i propri bisogni in base alla formula che si ritiene più efficace per tempistica, percorso, destinazione e convenienza economica del mezzo di trasporto. L’interesse del singolo è quindi quello di riuscire ad avere piena visione sul territorio di tutte le variabili che consentano di poter scegliere l’opzione ottimale. L’assenza di strumenti idonei ad avere questo visione comporta la polarizzazione verso forme di trasporto private o l’utilizzo del TPL.

Ad oggi ci sono tutti gli elementi per poter costruire un ecosistema in cui attori del settore pubblico ed attori del trasporto privato possano lavorare congiuntamente per soddisfare le esigenze dei cittadini.

La definizione di un ecosistema urbano deve partire da un quadro complessivo che ridisegni la mobilità tenendo in considerazione la “mobilità dolce”, quantomeno in forma più marcata rispetto a quanto si registrava prima della pandemia. La ridotta capacità dei mezzi dovuta al distanziamento sociale imposto per motivi sanitari ha solo accelerato il trend e la spinta verso l’utilizzo di mezzi a due ruote, a trazione elettrica, muscolare o ibrida. Tale evidenza va registrata, recepita e supportata favorendo lo sviluppo di un mercato di operatori che offrano veicoli in condivisione “sharing”, partendo in modo molto pragmatico dalle esigenze del tessuto urbano che vede nella mobilità in sharing una forma nuova di trasporto che si affianca al TPL e ai mezzi di proprietà, in una visione di insieme più ecologica e sostenibile.

Al fine di effettuare questa transizione verso la nuova definizione di ecosistema urbano, sostenibile e collaborativo, sono necessari tre fattori che devono essere sviluppati in contemporanea:

  • una Infrastruttura – Piattaforma che possa offrire strumenti di analisi strategica, operativa nonché una tecnologia avanzata di sistema;
  • una gestione attiva da parte del Settore Pubblico o, in altre parole, degli organismi pubblici che abbiano titolarità a coordinare congiuntamente gli sforzi degli attori della mobilità pubblica e privata.
  • un ecosistema virtuoso in cui operatori, municipalità e cittadini siano direttamente collegati tra loro e possano cooperare attivamente

Al momento, tale Infrastruttura esiste già, e si chiama Mobility as a Service (MaaS). Il Maas si configura in una piattaforma unica e aperta costituita da tre elementi cardine che ne definiscono la struttura portante: Sharing data platform, Marketplace per la sharing mobility e Gestione dell’identità digitale.

Il MaaS permette al cittadino di poter comodamente scegliere da un’unica applicazione e da un unico account il mezzo o i mezzi più idonei in base al tragitto da coprire.

Attraverso un unico accesso sarà possibile scegliere tra il trasporto pubblico locale, mezzi di superficie e non, veicoli in sharing, taxi, ncc e treni, acquistando biglietti per corse singole, abbonamenti o tariffe unificate per mezzi di trasporto differenti (es. trasporto pubblico urbano + bike sharing).

Questo scenario è raggiungibile costruendo una stretta collaborazione tra soggetti pubblici e privati, definendo insieme le regole del nuovo modello target in virtù delle necessità e dei bisogni del cittadino. È proprio la collaborazione l’anello chiave per la creazione di questo ecosistema sostenibile: non ci saranno più competitor all’interno del sistema di mobilità urbano, ma si viaggerà tutti verso un’unica direzione.

In parallelo, la rivoluzione più dirompente avverrà nel settore pubblico. La creazione di tale infrastruttura e l’interconnessione con tutte le modalità di trasporto (pubbliche e private) presenti sul territorio permetterà una gestione operativa più efficiente e un monitoraggio dei servizi costante e real-time.

QUALI SARANNO I BENEFICI DELLA PIATTAFORMA MAAS PER GLI ATTORI COINVOLTI?

Municipalità
– Decongestionamento e ridistribuzione strategica dei servizi in sharing su tutto il territorio comunale per intercettare le costumer journey non ancora coperte
– Sviluppo di un sistema integrato di mobilità urbana multimodale e sostenibile (MaaS)
– Gestione centralizzata e arricchimento delle analitiche dati sui cittadini che usufruiscono dei servizi
– Monitoraggio costante sul rispetto delle regolamentazioni da parte degli operatori di servizio

Cittadini
– Visione completa di tutti i servizi e veicoli attivi sul territorio-
– Accessibilità diretta e semplificata ai servizi di mobilità attraverso l’utilizzo di un account unico collegato all’identità digitale pubblica
– Parziale riduzione della congestione stradale e miglioramento della sicurezza stradale

Operatori
– Aumento di visibilità del servizio veicolata dall’App del settore pubblico
– Incremento del bacino di nuovi utenti e dell’indice di corse giornaliere per veicolo
– Miglioramento delle anagrafiche sugli utilizzatori grazie alla verifica dell’identità digitale
– Dialogo diretto con la Municipalità e incentivi per la tutela del mercato


Conclusioni

Il concetto di Mobility as a Service è un cambio di paradigma radicale della mobilità e si prepone di migrare da un utilizzo di mezzi in prevalenza privati ad una più ampia e condivisa gestione di flotte di mezzi con l’ambizione di ridurre il traffico veicolare e l’impatto ecologico nei tessuti urbani. Questo cambiamento comporterà una maggiore sostenibilità nel lungo periodo e porrà il cittadino al centro dell’ecosistema.

L’ambizione della piattaforma Maas è proprio quella di favorire l’utilizzo dei dati per supportare la creazione di quadri regolatori a supporto della mobilità urbana oltre che favorire il processo virtuoso in cui le abitudini dei cittadini siano sempre più sostenibili, condivise e ecologiche all’interno dell’ecosistema.

Abbandonare l’utilizzo esclusivo di mezzi propri verso soluzioni alternative è la grande sfida che si prospetta per l’intero ecosistema: l’obiettivo sarà massimizzare l’utilità di tutti gli attori coinvolti e di tutta la comunità urbana e questo sarà possibile solo grazie ad una collaborazione che porti benefici a tutti gli attori e ponga sempre il cittadino al centro.

Autori

Luigi Onorato
Insurance Sector Leader per Deloitte DCM e FSI Innovation Leader

Francesco Iervolino
Partner Deloitte Officine Innovazione