L’etimologia della parola fragilità riconduce al latino frangere, rompere, andare in frantumi e presuppone una perdita di unità e integrazione, una riduzione più o meno accentuata del senso di interezza.
Che si tratti di persone, paesaggi, siti storici, aziende o del Pianeta, occorrono energia e delicatezza, nonché cooperazione tra esseri umani, per occuparsi della fragilità. Due concetti in apparente contrapposizione che però sono due facce della stessa medaglia.
Sono stati i temi al centro dell’edizione speciale di Greeners | We speak Tech, we dream Green. Do you?, il format, dedicato alla sostenibilità ambientale e sociale, di PoliHub. Sul palco, insieme a PoliHub, anche FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano e Custodi del Bello.
Custodi del Bello è un progetto nazionale rivolto a persone fragili – italiane e straniere – che, grazie alla cura di aree pubbliche vengono reinserite nella comunità e nel mondo del lavoro.
Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano è una fondazione senza scopo di lucro nata nel 1975 per proteggere e valorizzare il patrimonio culturale e ambientale italiano attraverso la cura di beni storici, artistici e paesaggistici, l’educazione alla conoscenza e al rispetto della storia, dell’arte e della natura, e la difesa del territorio.
FAI, Custodi del Bello, PoliHub: tre realtà che trasformano quotidianamente la fragilità in opportunità con l’obiettivo di cambiare davvero le cose, dimostrando che ognuno di noi può essere protagonista del cambiamento e difensore della cultura, della bellezza, del Pianeta.
Sul “palco” della Palazzina Appiani, all’Arena Civica di Milano, lo scorso 2 maggio, insieme al CEO di PoliHub, Enrico Deluchi, anche Maurizio Rivolta, Vice Presidente FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, Alessandra Zecchi, Coordinatrice Fondazione Angeli del Bello Onlus, Ileana Malfatto, Presidente Cooperativa Detto Fatto e François de Brabant, co-fondatore Extrapulita APS.
“Curarsi della bellezza dei luoghi, delle nostre città, dei paesaggi, dei monumenti è un esercizio rivoluzionario. Che consente di migliorare la coesione sociale, il rispetto altrui e consente di vivere meglio, eliminando il degrado che diventa inquinamento e nemico per la sostenibilità”, ha esordito Enrico Deluchi. “In PoliHub, ci occupiamo di seguire startup che si occupano di realizzare soluzioni tecnologiche da cui nascono, poi, aziende che lavorano per contrastare il cambiamento climatico, ridurre le emissioni di CO2, favorire la transizione energetica, rendere la mobilità, l’edilizia e tutte le altre filiere industriali più sostenibili, anche attraverso un approccio di economia civile. Noi aiutiamo persone che vogliono fare queste cose meravigliose a farle succedere. Ci sembrava importante anche toccare il tema della sostenibilità sociale, mettendo insieme diverse fragilità, a partire da quella del nostro territorio. Per questo abbiamo riunito, associazioni e persone di che si occupano di questi temi a vario titolo, per raccontare storie di protezione della fragilità, di tutela del patrimonio sociale e culturale”.
“Creare impresa, creare lavoro, sostenere le aziende che si muovono sulla sostenibilità, è la chiave moderna di interpretare il lavoro”, ha detto Maurizio Rivolta, Vice Presidente FAI. “Al FAI cerchiamo di proporre soprattutto un modello culturale. Siamo una Fondazione che tutela il patrimonio, il paesaggio, la cultura e la storia. E cerchiamo poi in questo percorso estremamente articolato, anche di affrontare dei temi sociali. Cerchiamo di far conoscere la bellezza del nostro Paese. Bisogna proteggerla, bisogna promuoverla e ci fa bene anche come persone. Con tutte queste iniziative, cerchiamo di far capire che noi siamo su questo Pianeta e abbiamo il dovere di tutelarlo”.
“Il nostro progetto nasce dalla collaborazione tra tre associazioni ma, in realtà, siamo una startup”, ha affermato François de Brabant, co-fondatore Extrapulita APS. “Roberto De Micco è la persona che ha innescato il progetto insieme Pierfrancesco Maiorino, allora assessore al welfare a Milano. Dal 2017 ad oggi, come tutte le startup abbiamo cambiato strada, abbiamo modificato il modello, abbiamo imparato e oggi Custodi del Bello viene ritenuto da parecchi soggetti importanti un progetto con un potenziale di scalabilità molto rilevante. Un format che può essere declinato città diverse in modo diverso, però il concetto è che in ogni città ci sono i fragili. Questo è anche un grande progetto di comunicazione”.
“Angeli del Bello si occupa di tutela del patrimonio della città di Firenze. E lo fa attraverso volontari. Abbiamo preso il nome dagli angeli del fango, declinando in positivo un’esperienza che per Firenze è stata veramente una cosa meravigliosa, cioè ragazzi che sono venuti non solo dall’Italia, ma da tutto il mondo per cercare di risollevare una città distrutta completamente dall’alluvione”, ha raccontato Alessandra Zecchi, Fondazione Angeli del Bello Onlus. “Tutto è iniziato in questo modo molto spontaneo. Ora siamo molto organizzati e strutturati, con 3500 iscritti soltanto a Firenze. Ma siamo presenti anche a Milano e Napoli”.
“Da tanti anni si vedono accadere cose bellissime. E i volontari sono fondamentali. Abbiamo 11.000 volontari ma anche uno staff di persone che lavorano, senza le quali il lavoro dei volontari non sarebbe possibile. Ci definiamo un’azienda culturale”, ha proseguito Rivolta.
“Il nostro consorzio è un consorzio di 12 cooperative sociali che operano sul territorio della diocesi di Milano, nato dalla lettura della lettera pastorale del Cardinal Martini, con il suo sguardo sulle fragilità di ognuno e su come si superano, ossia curare e farsi vicino a chi soffre”, ha affermato Ileana Malfatto, Consorzio Farsi Prossimo. “Nel momento in cui ci siamo incontrati con Roberto era un momento in cui c’era una forte presenza di persone che arrivavano da altri paesi e che vivevano la precarietà e la prima fase iniziale dell’accoglienza. La proposta di Custodi del Bello è stata quella di costruire dei percorsi che aiutassero e creassero le condizioni per le persone di mettersi in gioco nel lavoro. A volte per lavorare bisogna avere un minimo di condizioni per essere in grado di accedere al lavoro. Perdere il lavoro e trovarsi espulso dal mondo del lavoro ma anche dall’attività produttiva in qualche modo mette le persone fuori da tutto. Per tanti perdere il lavoro significa perdere la famiglia, perdere delle relazioni significative, perdere motivazioni per cui il nostro è un lavoro di riconoscimento e anche di ripresa della dignità della propria vita”.
“Il tema fondamentale è la professionalità”, ha sottolineato François de Brabant, co-fondatore Extrapulita APS. “Gli Angeli del Bello possono intervenire sui beni delle Belle Arti senza permesso perché hanno una convenzione con le Belle Arti. Noi interveniamo nelle città in cui si è già innescato quella sussidiarietà circolare, cioè il rapporto tra società civile, terzo settore ed ente pubblico. Non si può fare a meno della forza, delle idee e della capacità della società civile. A novembre all’Assemblea dell’ANCI, il direttore generale della Caritas, Marco Pagniello ha annunciato il cofinanziamento tra Caritas e Fondazione sud per far partire il nostro progetto in quattro città del Sud, Matera, Bari, Caltanissetta e Cagliari. Questo è un è stato un passaggio importantissimo anche perché può aiutare il terzo settore a cambiare passo”.
“I finanziamenti del FAI sono quasi tutti provenienti dal privato. Ma perché questo? Perché sono soldi che in qualche modo il privato investe per sé stesso, per la società, per il futuro”, ha continuato Rivolta. “Se è vero che 1 € investito in cultura ne rende 6 o 7, il bene culturale diventa un fulcro attorno a cui si crea un’economia, un’economia spesso circolare. Un’economia sostenibile, un’economia attenta al territorio, attenta all’ambiente, attenta all’uomo, quindi un investimento. Chi dà i soldi al FAI in qualche modo li metto in banca ma in una banca della bellezza, in una banca del benessere, in una banca per il bene comune”.