Cosa sono i marchi d’impresa? Quali tipologie esistono? Cosa proteggono? E qual è il valore di un marchio d’impresa nel contesto dell’identità aziendale sul mercato? Sono le domande a cui hanno dato risposta gli esperti di Theorem, il nuovo programma di sensibilizzazione e formazione sull’Intellectual Property, rivolto a studenti, ricercatori e startupper della creative industry interessati a proteggere e sviluppare le proprie idee, si propone di promuovere e diffondere la conoscenza della Proprietà Intellettuale.
Si è tenuto lo scorso 10 luglio il quarto degli incontri, dedicato appunto ai marchi d’impresa. L’intero percorso si compone di un ciclo di 6 seminari e 1 workshop, tenuto da docenti ed esperti del settore che tratteranno gli aspetti fondamentali riguardanti le tematiche di design, copyright, marchi e brevetti.
La prima parte dell’incontro, come di consueto, ha avuto un carattere più formativo, la seconda, invece, si è sviluppata in forma di discussione grazie alle testimonianze degli imprenditori presenti in aula.
Ad aprire il pomeriggio Filippo Silipigni del Technology Transfer Office del Politecnico di Milano che ha dato il benvenuto ai partecipanti e dopo il racconto nel dettaglio del progetto di Theorem, ha lasciato subito la parola a Massimo Barbieri, Technology Transfer Manager del TTO. Barbieri ha introdotto il tema della proprietà industriale, di quali siano le tipologie di proprietà industriali e le invenzioni brevettabili e in che forma. Si è poi soffermato sui modelli di utilità e infine ha concluso con le tipologie di marchi e i loro elementi distintivi.
Dopo Barbieri, Filippo Silipigni ha approfondito il tema illustrando specificatamente cosa si intenda con marchio e quali tipologie di marchi esistano – denominativi, figurativi, di colore, di posizione, sonori, tridimensionali ma anche le identificazioni geografiche – soffermandosi poi sul valore del marchio e sulle modalità e le procedure per depositarlo.
A chiudere la prima parte dell’incontro, Barbara Colombo, Technology Transfer Manager del TTO, Architetto e Ph.D in Disegno Industriale presso il Politecnico di Milano che approfondito il tema, illustrando tipologie e requisiti di un marchio d’impresa, sceverando le sinergie con gli altri diritti di proprietà intellettuale.
La seconda parte del pomeriggio è stata dedicata poi alle testimonianze. Prima quella di Cristiano Seganfreddo che ha portato in aula la sua esperienza nel mercato fashion e come direttore della Fondazione Premio Marzotto: “In Italia c’è una grandissima debolezza sulla proprietà intellettuale, considerata solo alla fine del percorso”, ha affermato. “Il marchio da solo è una scatola vuota. Non è costituito solo dal nome o dalla grafica ma da delle azioni che si costruiscono col tempo”, e ha concluso sostenendo che “la proprietà intellettuale obbliga a pensare come uno sportivo che si cimenta nella sua stessa categoria, consente di competere ad armi pari”.
È stato poi il momento di Andrea Spasciani, Area Manager di Spasciani S.p.A. che ha raccontato una storia di successo di Made in Italy iniziata nel 1892 a Milano, con l’azienda fondata dai suoi bisnonni, specializzata in maschere antigas e oggi focalizzata sul mercato della protezione delle vie respiratorie. Una storia iniziata quasi per caso e diventata oggi un’eccellenza italiana, competitor di multinazionali con 3M e Honeywell.
L’incontro si è chiuso poi con il consueto aperitivo di networking.
Appuntamento a settembre con il quinto incontro di Theorem Program.