Skip to main content

L’innovazione è donna. E a dispetto dei pregiudizi ancora molto vivi nel settore, non mancano i casi imprenditoriali di successo che lo dimostrano. Il terzo workshop “Imprenditoria femminile: come diventare startupper” del progetto “Le ragazze possono 2”, tenutosi giovedì 16 giugno presso lo spazio arena del PoliHub, è stata l’occasione per mettere in risalto le potenzialità delle donne nell’imprenditoria in particolar modo nel campo dell’innovazione, oltre che raccontare casi concreti di successo.

Alla tavola rotonda, moderata dalla giornalista di Nòva –  Il sole 24 ore –  Francesca Cerati, hanno partecipato Claudia Pingue, Chief Operating Officer di PoliHub, Chiara Russo Ceo e Co-founder di Codemotion, Chiara Burberi founder di Redooc, Evila Piva docente del Politecnico di Milano, Giovanna Roversi di Microsoft Italia e Sofia Borri Founder di Piano C.

«Il progetto le ragazze possono è un progetto ambizioso che punta a supportare lo sviluppo delle carriere tecniche nelle materie STEM – ha esordito Claudia Pingue COO di PoliHub – credo  sia un’iniziativa importante perché le donne hanno ancora molto da dire nei campi tecnici e dell’imprenditorialità. D’altra parte le statistiche dimostrano che le startup realizzate da donne rispondono meglio alle esigenze di mercato».

Ad arricchire il dibattito hanno contribuito tre startupper donne con una storia di successo imprenditoriale nel campo dell’innovazione da raccontare. Ecco chi sono.

Chiara Russo, co-fondatrice e Ceo di Codemotion,  ha raccontato la sua voglia di realizzare una carriera nel mondo della tecnologia fin dai tempi dell’università quando «durante le lezioni dei corsi della facoltà di ingegneria ero circondata da soli ragazzi». La tenacia di Chiara ha portato i suoi frutti nel 2013 quando insieme ad altri amici fonda Codemotion, tra le più grandi conferenze tecniche di sviluppo software d’Europa.

Sofia Borri è general Manager di Piano C, un coworking a misura di mamma nato anche per merito del progetto “le ragazze possono”  per «dimostrare che le mamme, ma tutte le donne in generale, possono fare imprenditoria. Credo che la domanda nei confronti di una donna lavoratrice che ha appena avuto un figlio debba diventare “adesso che hai un figlio, cosa potrai dare di più al tuo lavoro?” invece che “hai avuto un figlio, e adesso come fai con il lavoro?”. Serve un cambio culturale e con Piano C ci stiamo provando.

Per Chiara Burberi – founder di Redooc –  imprenditoria è sinonimo di indipendenza: «fin dalle primi giorni di lavoro in Redooc ho sempre avuto chiaro in mente l’obiettivo. Non mai temuto di non fallire. La mia storia parla per me ho sempre avuto successo in tutto quello che ho fatto e ancho con Redooc ce la farò. L’obiettivo della mia azienda? Cambiare il modo di fare education in Italia».

L’incontro è stato realizzato in collaborazione con Fondazione Politecnico di Milano, Regione Lombardia, AIDIA Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti, Ingegneria Senza Frontiere e Associazione Liberamente. Il workshop è inoltre supportato da Microsoft YouthSpark e Fondazione Cariplo.

“Le ragazze possono 2” è un progetto – realizzato nell’ambito dell’iniziativa della Regione Lombardia “Progettare la paritià in Lombardia” – che ha l’obiettivo di sensibilizzare e incoraggiare le ragazze alla scelta consapevole di lauree STEM (Science, Tech, Engineering e Math)