di Andrea Senesi
Dal gas alle startup. Dalla Milano industriale disegnata da Mario Sironi a quella del 2030, innovazione e università, sport e verde. «I lavori partiranno entro la fine dell’anno», l’impegno sottoscritto da tutti. La «Goccia» — il nome si deve alla forma dell’area — è in realtà un buco nero urbanistico da almeno trent’anni. Quasi 850 mila metri quadrati incastonati tra la Bovisa e Villapizzone che rappresentano una grande incompiuta nel panorama delle aree in trasformazione. Ieri è stato nuovamente presentato il progetto a Palazzo Lombardia con l’accordo di programma tra Regione, Comune e Politecnico e la promessa in forma quasi solenne da parte dei protagonisti: «Ora siamo pronti per partire».
La «Goccia»
L’accordo di programma, ha spiegato il presidente della Regione Attilio Fontana, è stato approvato dalla giunta nei giorni scorsi e Palazzo Lombardia contribuirà con 25 milioni di euro (sui 100 complessivi) al progetto. L’assessore all’Urbanistica di Palazzo Marino Giancarlo Tancredi ha ricordato «il ruolo che le università hanno nella rigenerazione della città. È in atto un processo di rinnovamento che non ha pari. A Milano ci sono 220 mila studenti iscritti, una città nella città, e il Politecnico ha un ruolo di primo piano in questo processo. Il Parco dei gasometri rappresenta in questo quadro un progetto straordinario anche perché sarà aperto a tutti e non sarà quindi solo un campus universitario».
I fondi del Pnrr
L’obiettivo è chiudere i cantieri nel 2026, anno olimpico e soprattutto termine ultimo designato per i fondi del Pnrr. Ovviamente soddisfatto anche il rettore del Politecnico Ferruccio Resta: «Meno di 12-15 mesi fa si trattava di un sogno, la firma dell’accordo di programma vuol dire che siamo nella parte gestionale ed esecutiva». Resta ha ricordato anche gli elementi fondamentali del progetto, con uno dei due gasometri che sarà dedicato allo sport, inserito nel parco verde aperto al pubblico, e l’altro dedicato all’innovazione. Tra le presenze già confermate, Stmicroelectronics, A2A, Lendlease, Eni. «Inoltre trasferiremo lì Polihub», l’incubatore di startup dell’ateneo. «Vogliamo moltiplicare il numero delle imprese. Ora sono 120, ancora troppo poche, ma con la necessità comunque di una nuova “casa”». Quanto al progetto urbanistico, «cercheremo di dare una veste architettonica degna di questo nome».
Salvare i 16 ettari di foresta urbana
Una parte del locale comitato di residenti, che da sempre contesta i progetti di recupero della zona, ha aperto negli ultimi mesi un canale di dialogo con l’amministrazione e l’ateneo. Obiettivo? «Salvare» almeno i 16 ettari di foresta urbana rimasti al centro dell’area.
Tratto da Il Corriere della Sera di mercoledì 13 maggio 2022