Skip to main content

Primo appuntamento del 2019 con il Club di Mentor di PoliHub: lo scorso 23 gennaio il ciclo di incontri dedicato alla community dei mentor si è aperto con la storia di Zehus, spinoff del Politecnico di Milano, specializzata in Urban Active Mobility.

In apertura alcune importanti novità di PoliHub: Stefano Mizio, Head of Mentorship Program di PoliHub, ha ricordato l’avvio della seconda edizione dell’EI&S – Entrepreneurship, Innovation & Startup, la tre giorni di training dedicata agli aspiranti mentor che desiderano conoscere il mondo e la cultura delle startup; il DG di PoliHub, Claudia Pingue, ha annunciato il primo investimento di Poli360, il fondo nato dall’alleanza tra il Politecnico di Milano e 360 Capital Partners che ha investito 550 mila euro su Phononic Vibes, startup di Polihub che realizza pannelli di assorbimento di suoni e vibrazioni; infine il CEO, Stefano Mainetti ha presentato il nuovo progetto ‪Entrepreneur in Residence, la nuova iniziativa di ‪PoliHub che mira a fornire alle startup il supporto di una figura che ha competenze su una specifica area e l’esperienza per farla crescere fino alla fase di scaleup.

Il focus poi si è spostato sull’esperienza imprenditoriale di Zehus, ricostruita da Marcello Segato, cofounder dell’azienda, spinoff del Politecnico di Milano, specializzata in ‪Urban Active Mobility, che realizzata biciclette elettriche dal design all-in-one, in grado di gestione energetica e connettività.

Una storia di cui Segato ha ripercorso successi ed errori a partire dalla nascita, nel 2013, e alle fasi di finanziamento sostenuto da Business Angels, Venture Capitalist, realtà industriali ma anche campagne Kickstarter e grant per 2,5 milioni di euro.

L’idea vincente di Zehus è stata la sua unicità: creare una bicicletta elettrica che non sembrasse una bicicletta elettrica. Quindi un design all-in-one, la possibilità della gestione energetica e la connettività hanno reso le bici di Zehus uniche sul mercato.

Segato ha poi ricostruito il revenue model dell’azienda, anzi i tre diversi revenue model che hanno previsto la vendita di Zehus ai produttori di biciclette, la vendita diretta di una ruota smart o di uno smart ped e infine la vendita della smart wheel per i servizi di bike sharing.

Molte le lezioni tratte da questa esperienza. Segato ha scelto di riportare le quattro più importanti:

1. Si ha bisogno di vendite, ma soprattutto di vendite sostenibili – è necessario concentrarsi sul sell out, sull’esperienza utente, sulla relazione post vendita con i clienti. Anche i clienti molto importanti interessati possono essere fuorvianti perché sulle nuove possono facilmente sbagliarsi;

2. Si ha bisogno di vendite, ma bisogna rimanere concentrati – le vendite in canali non in target sono opportunità seducenti ma deconcentrano e questo per organizzazioni molto piccole può essere fatale;

3. E’ necessario raccogliere continuamente finanziamenti e si ha bisogno di aiuto sulla governance – la governance va progettata in anticipo. È necessaria una governance in grado di gestire possibili conflitti e ridurre il tempo che il CEO deve dedicare alla gestione degli azionisti. La nuova governance può essere concordata solo prima dell’aumento di capitale;

4. Se si realizzano prodotti di avrà bisogno di un partner industriale – è necessario scegliere il partner industriale giusto e fissare regole chiare in anticipo.

L’esperienza di Segato sarà messa a disposizione delle startup di PoliHub con il nuovo servizio di Entrepreneur in Residence.

L’Entrepreneur in Residence (EIR) è una figura con una approfondita conoscenza di un’area specifica ed esperienza nelle fasi di crescita-scaling-vendita di una startup. Come ha raccontato Stefano Mizio, “i suoi obiettivi in PoliHub saranno quelli di supportare PoliHub nella selezione delle startup, di selezionare startup con cui definire accordi diretti di cash/time for equity per ricoprire il ruolo di advisor o executive chairman o CEO, supportando le startup selezionate in termini organizzativi, finanziari, commerciali e operativi e infine di collaborare con PoliHub per strutturare l’organizzazione della Exit Factory e per selezionare altri candidati EIR con ambiti di competenze in settori specifici”.