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Cosa c’entra la nautica con la stampa 3D e i processi di additive manufacturing? Apparentemente nulla ma il percorso di MOI, spin-off del Politecnico di Milano, vincitore di Startcup Lombardia 2018 e del Premio Nazionale Innovazione dice qualcos’altro. Marinella Levi, Gabriele Natale e Michele Tonizzo ci hanno raccontato come da un’intuizione brillante, grazie a un laboratorio del Politecnico, un team eterogeneo e multisciplinare e un luogo di contaminazioni come PoliHub, possa nascere una storia di successo.

MOI è uno spin-off del Politecnico di Milano fondato nel 2018 con lo scopo di sviluppare e portare sul mercato una nuova tecnologia di produzione per materiali compositi a fibra continua chiamata CFM (Continuous Fiber Manufacturing). Questo nuovo processo di additive manufacturing consente di stampare in 3D prodotti in materiali ad elevate prestazioni, sfruttando tutte le potenzialità della robotica. Considerando che per far funzionare una tecnologia digitale l’elettronica, la meccanica, i materiali e il software devono intrecciarsi alla perfezione, l’elemento fondamentale che costituisce il team attuale di Moi è la multidisciplinarità.

I tre founder, la prof.ssa Marinella Levi, Gabriele Natale e Michele Tonizzo sono rispettivamente ingegnere dei materiali, designer & engineer e architetto, a questi si sono aggiunti negli scorsi mesi Giuseppe Garabelli, meccatronico; Davide Matteo Ricci, ingegnere dell’automazione; Daniel Rocco, ingegnere dei materiali e Merry Le, Business & strategy lead.

Tutto è cominciato 5 anni fa, e la serendipity ha fatto il resto”, ci raccontano i founder. Gabriele, allora studente, pensando alla sua passione per la nautica ha l’idea di utilizzare la manifattura additiva per produrre compositi a fibra continua come metodo alternativo per la costruzione di imbarcazioni da diporto con forme mai realizzate fino ad oggi. Decide quindi di sfruttare il periodo di tesi al +LAB (allora neocostituito laboratorio di stampa 3D del dipartimento Giulio Natta, fondato dalla prof.ssa Levi) per validare la sua idea. Nel 2015 viene depositato il brevetto, ma a causa delle scarse risorse economiche la ricerca su questo nuovo metodo produttivo viene messa in pausa. Due anni più tardi un altro ricercatore, Michele, entra a far parte del team del +LAB, nello stesso periodo due grandi multinazionali Kuka, produttore di robot e Owens Cornig, produttore di fibre di vetro, decidono di sponsorizzare questa ricerca ambiziosa fornendo ai due giovani rispettivamente un robot in comodato d’uso gratuito per un periodo di 6 mesi e del materiale per iniziare a fare i primi test di fattibilità. Da quel momento si è accesa una scintilla, dopo 3 settimane i due sono riusciti ad ottenere un primo prototipo con il quale hanno ottenuto l’accesso alla finale del CAMX di Los Angeles e dopo pochi mesi hanno ottenuto il riconoscimento più importante per l’innovazione sui materiali compositi: il Jec Innovation Award di Parigi.

Da quel momento i founder hanno capito che in qualche modo quello che avevano prodotto poteva avere un riscontro sul mercato, da qui l’idea di switchare dalla ricerca al mercato e fondare MOI. Nel tempo ovviamente si è capito che la tecnologia non può essere adoperata solo in ambito marine ma ci sono molti altri mercati sui quali poter proporre l’innovazione: aerospazio, oil&gas, sport, automotive fino al biomedicale.

Come immaginate il futuro di MOI, gli chiediamo. “Con MOI vogliamo ridefinire la produzione di componenti in materiale composito ad elevate prestazioni. Siamo convinti che tra qualche anno questo tipo di tecnologia potrà affiancare i sistemi di produzione tradizionale ad ogni scala dimensionale, abbattendo i costi di produzione, trasporto e stoccaggio. Stiamo lavorando sodo affinché questo accada e nel prossimo futuro presenteremo importanti novità a supporto della nostra tesi”.

Perché PoliHub? Siamo entrati nella famiglia di PoliHub tramite la finale di Startcup Lombardia 2018, che poi ci ha permesso di vincere il Premio Nazionale Innovazione. Abbiamo ottenuto quindi un periodo di incubazione gratuito di 6 mesi, nei quali abbiamo imparato tanto dai mentor e dal confronto con gli altri startupper. PoliHub è per noi un luogo di ispirazione e aiuto. Grazie a Federica (Biancon, N.d.R), il nostro angelo custode, ad esempio siamo riusciti ad incontrare Merry, ex studentessa del MIP che è entrata a far parte del team per lo sviluppo della strategia di mercato e business”.