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Quanti sanno che una fibra ottica si può usare come sensore di temperatura? O che si può utilizzare per misurare la qualità del vino? Dopo Artiness, tornano le #StartupStories. Protagonista di questo mese, Photon Path, startup nata dal dottorato di ricerca di Douglas Aguiar, ingegnere elettronico con esperienza nel settore delle telecomunicazioni. Dal Brasile a Milano per sviluppare la sua idea. Una storia di amicizia, di passione per la scienza e per l’innovazione. Ce l’ha raccontata, il founder e CTO, Emanuele Guglielmi.

Come nasce l’idea di Photon Path? 
Dall’incontro tra l’esperienza lavorativa di Douglas, quando era ancora in Brasile, in cui ha toccato le necessità del mercato delle telecomunicazioni, con il nostro lavoro insieme durante tutto il dottorato al Politecnico di Milano, che ci ha permesso di creare una soluzione.

Chi siete?
Siamo due dottori in Ingegneria del Politecnico di Milano, Douglas in Telecomunicazioni, io in Elettronica. Durante il dottorato abbiamo lavorato insieme nel campo della fotonica integrata, sviluppando le competenze che abbiamo poi trasformato in un’idea imprenditoriale.

Come mai avete scelto PoliHub? In che modo vi è utile?
Siamo entrati in contatto la prima volta con PoliHub quando abbiamo sottomesso la nostra idea di business, che abbinava la conoscenza di Douglas dei problemi esistenti nel mercato con le soluzioni che la fotonica integrata può offrire. L’abbiamo descritta nell’unico modo conoscevamo, cioè – come ci siamo resi conto in fretta – impossibile da capire per qualsiasi persona che non fosse del campo. Poi abbiamo avuto un primo incontro con Stefano Mizio e ne siamo usciti con un messaggio chiaro: è davvero difficile spiegare ciò che facciamo!
Tuttavia eravamo riusciti comunque a far intuire il potenziale della nostra idea, ed a questo punto PoliHub è stato fondamentale. Abbiamo iniziato a lavorare con loro nel percorso ELab, affiancati da due mentor, trasformando una semplice idea in un vero e proprio business plan, completo di un pitch efficace in grado di trasmettere l’essenza di ciò che facciamo e farne apprezzare le potenzialità, senza confondere con inutili dettagli tecnici. Poi abbiamo continuato con diverse competizioni: S2P 2018, StartCup Lombardia 2018 e il Premio Nazionale dell’Innovazione, arrivando finalisti in tutte e tre. Infine, con un’idea imprenditoriale ormai matura e strutturata, PoliHub ci ha presentato al fondo Poli360, che ha deciso di investire in noi e nella nostra idea, e grazie a cui costituiremo presto ufficialmente la Startup. Solo grazie a tutto questo supporto in un ecosistema di innovazione, siamo riusciti a trasformare le competenze scientifiche e tecnologiche acquisite durante il percorso di dottorato in una startup high-tech ad altissimo potenziale.

Come immaginate il futuro di Photon Path?
Ci piace scherzare dicendo che diventeremo la Broadcom dei circuiti fotonici! Scherziamo, ma l’ambizione c’è: i circuiti fotonici hanno un’enorme potenziale per risolvere non solo i problemi e le esigenze dei moderni sistemi di telecomunicazioni, ma anche in molti altri campi, come l’informatica, l’intelligenza artificiale e la sensoristica. Sapevate che una fibra ottica si può usare come sensore di temperatura? O addirittura per misurare la qualità del vino?