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Il Fondo Nazionale Innovazione è realtà. Con una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro, verrà gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, attraverso una cabina di regia che ha l’obiettivo di riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private. Il Fondo Nazionale Innovazione è una SGR che opera esclusivamente attraverso metodologie di Venture Capital, lo strumento finanziario elettivo per investimenti diretti o indiretti allo scopo di acquisire minoranze qualificate del capitale di startup, scaleup e PMI innovative. Gli investimenti sono effettuati dai singoli Fondi del FNI in modo selettivo, in conformità con le migliori pratiche del settore, in funzione della capacità di generare impatto e valore sia per l’investimento sia per l’economia nazionale. La selettività, flessibilità e rapidità degli investimenti sono gli elementi che consentono al Venture Capital la natura di strumento chiave di mercato per lo sviluppo dell’innovazione.

Alla presentazione, che si è tenuta lo scorso 4 marzo a Torino, i principali operatori del settore e gli attori dell’innovazione italiana, alla presenza del Ministro, Luigi Di Maio, hanno potuto esplorare le principali tematiche relative all’ecosistema italiano. Fra i relatori della tavola rotonda sul Venture Capital, anche la DG di PoliHub, Claudia Pingue, che si è soffermata a parlare dei talenti e della loro valorizzazione.

“Le startup sono un veicolo formidabile per valorizzare i talenti, in campo scientifico, tecnologico, imprenditoriale. I giovani hanno una cultura nativa digitale: sono persone intenzionate a valorizzare le proprie idee attraverso la leva imprenditoriale. Sono questi i talenti da cui dipende lo sviluppo economico del nostro Paese. Sono queste le persone che riescono a sviluppare le aziende del futuro, i posti di lavoro hi-tech poco aggredibili dalla globalizzazione, dall’automazione e soprattutto rappresentano un’importante competenza per innovare il sistema imprenditoriale preesistente”, ha sostenuto.

“Come PoliHub valutiamo più di 1500 progetti all’anno dove vediamo queste competenze e ci sono risultati positivi. La buona notizia è che riusciamo a produrre un’innovazione di qualità ma non sappiamo ancora svilupparla in Italia. Di fatto, stiamo continuando a esportare PIL e, insieme al PIL, i nostri talenti. Dobbiamo a questo punto invertire questa tendenza e tornare a investire su un asset straordinario che è il capitale umano contenuto nelle nostre università, nei nostri centri di ricerca. Abbiamo primati mondiali dal punto di vista della qualità della nostra ricerca e non siamo ancora in grado di trasferirla sul mercato. Quindi, è necessaria un’attenzione particolare al trasferimento tecnologico che consentirà di liberare queste risorse. Sicuramente un altro punto rilevante è quello di creare nuovi attori di Venture Capital, specializzati su tutta la filiera dell’investimento. In questo senso, credo che le SIS le società a investimento semplificato potranno rappresentare una grande opportunità così come attori che possano consolidare sulla parte late stage”, ha concluso.