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È Exaudi di Stefano Vismara, startup dell’Università degli Studi di Bergamo che vuole diventare il portale di riferimento per il turismo religioso, a vincere la Startcup Milano Lombardia e ad aggiudicarsi i 10mila euro messi in palio dal Premio. Ma c’è anche una statup di PoliHub fra i tre “ambasciatori” dell’innovazione provenienti dalle università e dagli incubatori lombardi che verranno inviati alla finale del Premio nazionale dell’Innovazione in scena a Cosenza dal 3 al 5 dicembre 2015.

È Goliath, la macchina utensile mobile per lavorazione e fresatura del legno ideata e brevettata da Lorenzo Frangi, a risultare il progetto più convincente in ambito Clean & Industrial Technologies. Per l’area Life Science & Agrofood è invece stata scelta la JGRi1 la startup del ricercatore farmaceutico Marco Feligioni che ha sviluppato una molecola che potrebbe ridurre alcune patologie legate all’occhio come il glaucoma, proveniente dalla fondazione Filarete. Exaudi si conferma vincitrice anche nel settore ICT & Services.

Al centro dell’evento, ospitato nella Sala Buzzati del Correre della Sera e coordinato da Giuseppe di Piazza, responsabile editoriale di Correre Innovazione, la tavola rotonda sul ruolo dell’università nella creazione di nuova imprenditoria. Moderato da Massimo Sideri, giornalista del Corriere della Sera, ha unito Ferruccio Resta, delegato per la valorizzazione e il trasferimento tecnologico del Politecnico di Milano, Mariapia Abbracchio dell’Osservatorio sulla ricerca della Statale di Milano, Sergio Savaresi cofondatore di eNovia, Stefano Mainetti, consigliere delegato del PoliHub, Claudio Gandolfi della Fondazione Filarete e Dario Merletti di Fastweb.

Il dibattito si articola sulla necessità di fare gioco di squadra, di diventare sistema. “Per farlo servono più finanziamenti e capitali da investire nella ricerca di base. La mancanza di risorse causa la morte del 90% delle idee che nascono dalla ricerca universitaria in ambito farmaceutico”, spiega Abbracchio.  “Finanziamenti che non devono essere a pioggia, ma riservati a chi porta davvero valore aggiunto e numeri verificabili”, spiega Stefano Mainetti.  Eppure serve anche il coraggio di “staccare la spina” alle iniziative deboli, aggiunge Sergio Savaresi.