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“Sette anni fa ero in California con la borsa di studio BEST e oggi sono a Decisyon. Partecipare alla borsa BEST vi permette di trasformare la vostra idea in un percorso imprenditoriale. È un’esperienza di vita e poi in Silicon Valley fate business divertendovi”

Cosimo Palmisano da allora di strada ne ha fatta. Decisyon, azienda che ha lanciato una piattaforma di business intelligence per accelerare i processi decisionali, ha strappato il più cospicuo finanziamento statunitense concesso ad una realtà italiana negli ultimi 15 anni: 44 milioni di euro in varie fasi e oggi si avvia a conquistare il mercato globale.

Palmisano ha raccontato la sua esperienza a PoliHub, durante l’evento Startups for Innovation del 21 febbraio organizzato da PhD School del Politecnico di Milano e BEST Scholarships Program al quale hanno partecipato gli amministratori delegati di importanti aziende, professori e studenti e dove sono state presentate le borse di studio BEST per volare negli Stati Uniti, frequentare corsi intensivi alla Santa Clara University e trascorrere un periodo di internship presso le aziende della Silicon Valley. “Abbiamo creato questa borsa con l’obiettivo di sviluppare lo spirito imprenditoriale nel campo dell’alta tecnologia” spiega Fernando Napolitano, Chairman, Comitato di Selezione BEST.

Il bando chiude il 30 marzo e per fare la selezione bisogna andare sul sito www.fulbright.it/programma -BEST/

In Italia il contesto è maturo: nel 2016 si sono registrate 6745 startup innovative, il 31% in più rispetto al 2015. Per migliorare occorre una maggior collaborazione tra Università e Impresa: “Al Politecnico di Milano abbiamo capito l’importanza di trasferire l’innovazione alle aziende e lo dimostrano i 1400 brevetti nati all’interno dell’Ateneo” precisa Donatella Sciuto Prorettore Vicario.

Qualcosa sta cambiando dunque e non mancano gli esempi positivi: il Politecnico ha dal 2000 un incubatore, PoliHub, gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano e diventato distretto tecnologico, che ospita al suo interno 100 realtà tra idee, startup e aziende consolidate. “Siamo un Hub con una missione di sviluppo imprenditoriale – racconta Stefano Mainetti, Ceo di PoliHub – e abbiamo programmi di mentorhip e advisory per aiutare idee e startup a decollare”.

Cosa ne pensano le aziende? La parola d’ordine per tutti è Open Innovation. La ricerca oggi non si fa più solo internamente ma viene trasferita alle startup e ai gruppi di ricerca all’interno delle università. Enrico Cereda Amministratore Delegato di IBM Italia lo dice chiaramente: “La nostra azienda è presente in 170 paesi e investe 6 miliardi in ricerca e sviluppo. Alcuni di questi fondi sono destinati alle startup che li sanno intercettare”. Come? “Tenendo presente i nuovi trend del futuro, intelligenza artificiale in primis, applicata nei settori dove c’è più richiesta: il campo sanitario e la cyber security”.

Il futuro è nelle mani delle energie alternative, campo in cui la ricerca è fondamentale. Lo sa bene Enel Green Power, azienda dove l’innovazione è di casa e che ha pensato di creare degli Innovation Hubs per collaborare con le startup e percorrere insieme la strada dell’innovazione. “Ne abbiamo aperto uno a Tel Aviv – dice Carlo Pignoloni Head Italy & Europe – e offriamo alle startup un programma di accelerazione nel cuore dell’ecosistema innovativo israeliano”.

Le sfide tecnologiche toccano anche il sistema pubblicitario. “Il mondo sta andando verso una semplificazione digitale – precisa Stefano Sala Amministratore Delegato Publitalia, azienda leader nel mercato nazionale ed europeo -. Rispetto ad un tempo noi ora siamo affamati di profili legati al mondo scientifico, ingegneri, matematici per decifrare il mondo dei dati”.

“Il digitale accelera e l’Italia accelera per raggiungere gli altri mercati europei più maturi” spiega Massimo Angelini, PR Internal & External Communications Director Wind Tre. Dopo la fusione avvenuta lo scorso dicembre Wind Tre è diventata la più grande realtà nel campo della telefonia con oltre 31 milioni di clienti: “Noi investiamo in infrastrutture digitali. Per noi l’Open Innovation è essenziale. Alcuni dei campi più interessanti sono rappresentati dall’Internet of Things e dalla domotica. Però ancora il 70% delle aziende italiane non sa come collaborare con le startup” conclude Angelini.

Se leggiamo questo dato in un’ottica positiva, significa che c’è spazio per le idee. Occorrono però determinazione e voglia di mettersi in gioco. Tutti devono fare la loro parte, Università e Impresa, nessuno escluso. Conclude i lavori Paolo Biscari, Direttore della Scuola di Dottorato di Ricerca del Politecnico di Milano e lancia un appello: avvicinare la grande industria agli studenti.