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Solidità e agilità, controllo e tempestività, tradizione e innovazione: sono opposti che spesso contraddistinguono il mondo delle aziende a confronto con il mondo delle startup. Entrambi attori del mercato che inevitabilmente faticano a parlare un linguaggio comune spesso presupposto per proficua collaborazione. Di recente si utilizza il termine “netflixed” in riferimento al rischio che aziende solide e strutturate vedano i propri modelli di business messi a rischio da startup capaci di navigare l’onda delle innovazioni tecnologiche. In questo contesto emergono strategie di collaborazione tra i due mondi, talvolta rappresentando casi di successo, altre volte di scarso impatto.

In questo scenario fluido, in cui startup e aziende utilizzano linguaggi e modalità operative profondamente diversi come è possibile accelerare il processo di contaminazione? Come imparare a comunicare e agire con la velocità coerente con il contesto attuale?

Il confronto e il dialogo tra due mondi vicini ma molto distanti, in cui il ruolo di manager d’impresa e di mentor di startup assume una fondamentale importanza, è stato al centro dell’ultimo appuntamento del Club di Mentor di PoliHub, che si è tenuto lo scorso 28 marzo in Sala Arena.

Ad aprire l’incontro Stefano Mainetti, CEO di PoliHub e Antonio Ghezzi, Docente di Strategy & Marketing presso il Politecnico di Milano – Dipartimento di Ingegneria Gestionale che hanno delineato il quadro generale di riferimento.

È difficilissimo capire a priori se un’iniziativa imprenditoriale allo stato nascente avrà successo e nessuno è realmente in grado di farlo, ma si possono però creare delle condizioni favorevoli”, ha detto Mainetti. “Il talento è il primo prerequisito. La densità, la cultura, il capitale e l’agevolazione normativa sono gli altri. Su tutti questi cardini PoliHub sta investendo notevolmente per facilitare lo sviluppo delle iniziative imprenditoriali incubate”.

“Nel 2017 gli investimenti ricevuti da startup hi-tech in Italia sono stati pari a 262 milioni, raccolti da attori formali. Questo dato ci parla di una contrazione e di un bilanciamento con gli 80 milioni raccolti da attori informali quali business angel e piattaforme di crowdfunding. A questi di aggiungono anche 92 milioni provenienti dall’estero”, ha aperto Ghezzi. “Parliamo di un ecosistema molto piccolo e in una fase embrionale e per questo va supportato analizzando con attenzione il modello di business”.

Le carenze strutturali dell’ecosistema nazionale, possono però essere superate. In un comparto economico come quello delle startup che corre il rischio di essere sopravvalutato o di vivere alcuni eccessi, questo rischio in Italia è decisamente contenuto. “Le startup italiane nascono controvento, quelle valide appena trovate condizioni favorevoli sanno dispiegare le vele e e navigare molto veloci, ha puntualizzato Mainetti.

Quando parliamo di innovazione e di approccio <lean> stiamo parlando di qualcosa di prezioso per le startup che però hanno bisogno di supporto da chi ha esperienza, ha relazioni e conosce il dominio di business di riferimento“, ha proseguito Ghezzi. “Il sostegno dei mentor in questo è fondamentale”.

L’incontro ha poi ospitato una tavola rotonda, moderata da Claudia Pingue, General Manager di PoliHub, che ha visto le testimonianze di Bruno Pennino, mentor e senior advisor, Antonello Antoniazzi, Corporate Executive Engineer ABB, Carlotta Dainese: Innovation manager SIRAM, Gabriele Secol, Senior manager Deloitte & Touche Officine Innovazione, Roberto Tiezzi, Head of Technology Transfer Office Politecnico di Milano che ha raccontato differenze esperienze e messo in luce limiti ed ostacoli individuati nella collaborazione con le startup e soluzioni possibili.

Partendo da ABB, che con l’iniziativa “Unlock Your Ability” ha potuto sperimentare direttamente cosa significhi la collaborazione con startup. Antonello Antoniazzi, Corporate Executive Engineer, ha confermato quanto il tema chiave sia quello del mindset dei manager e della struttura organizzativa dell’azienda, controbilanciato dal valore di poter accumulare esperienze dirette in iniziative ad alto potenziale innovativo capaci di muoversi con una rapidità inarrivabile per una corporation. Lati positivi confermati anche da Carlotta Dainese, Innovation manager di Siram, che ha evidenziato come una cultura che crei commitment, condivisione e strumenti sia fondamentale per far entrare l’innovazione in azienda. Roberto Tiezzi, Head of Technology Transfer Office del Politecnico di Milano, ha posto l’accento su come l’obiettivo del TTO sia diventare una piattaforma in grado di attrarre idee di innovazione tecnologica attraverso la contaminazione delle competenze. Cambiamento culturale, percorsi di lungo periodo, investimenti e competenze sono state le parole chiave dell’intervento di Gabriele Secol, Senior Manager di Deloitte & Touche Officine Innovazione che si è soffermato proprio sulla relazione tra aziende e startup. Differenze e similitudini di questo rapporto tra due mondi compatibili in maniera molto complessa sono stati infine i punti evidenziati Bruno Pennino, mentor e senior advisor, che ha sottolineato come aziende e startup abbiano certamente in comune la ricerca dei talenti e come la comprensione delle dinamiche sia fondamentale per dialogare.

La fase conclusiva dell’incontro è stata poi dedicata alla presentazione del percorso executive messo a punto da PoliHub per offrire a manager, professionisti, imprenditori, consulenti e potenziali investitori quei contenuti formativi uniti ad esperienza diretta “sul campo” per apprendere come operare con le startup. Il percorso è strutturato in tre fasi distinte.

La prima consiste nel corso executive “Entrepreneurship, Innovation & Startup” erogato dal MIP, la School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Cefriel e Polidesing, che punta a fornire ai partecipanti gli elementi metodologici fondamentali, gli approcci emergenti seguiti dalle nuove iniziative imprenditoriali, unendole ad un quadro di riferimento dell’ecosistema innovativo.

Successivamente al percorso di formazione teorica EI&S, la seconda fase consiste in un’esperienza pratica nell’applicazione delle metodologie apprese. Nell’ ”Entrepreneurship Lab” (ELab) manager, executive, business angel e imprenditori possono sperimentare e apprendere direttamente sul campo come operare con una reale startup. Al termine delle prime due fasi si consegue il titolo di Startup Expert e si entra nella community di PoliHub.

La terza “Internal Mentor Journey” permette agli Startup Expert di Polihub di supportare una startup incubata in PoliHub con un’attività di mentoring, della durata di 4 mesi, volta a maturare l’esperienza necessaria per essere accreditati come Mentor di PoliHub.

Far parte della community di Polihub – come startup expert a valle dell’Entrepreneurship Lab– significa partecipare agli eventi mensili esclusivi di formazione e essere candidabili al percorso di mentorship interno.