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Una delle più grandi sfide per una startup è costruire brand awareness, ovvero farsi un nome sul mercato.Passare da prodotto conosciuto da pochi a brand riconoscibile da tutti. Insomma, diventare i primi che vengono in mente al cliente quando è in fase di acquisto? E se il customer care e la comunicazione sono probabilmente le due carte più importanti da giocare nella partita della notorietà e reputazione, non devono essere mai il fine ma il mezzo. “Il brand si costruisce, anche un po’ da sé, se il progetto che ci sta dietro è solido, se il servizio che si offre è davvero di qualità e disruptive”. Così esordisce Almir Ambeskovic, oggi country manager di The Fork, founder di restOpolis acquisita poi da TripAdvisor e membro del Club di Mentor PoliHub, che insieme a Giovanni De Lisi, founder di Greenrail incubata in PoliHub, è stato ospite del quarto appuntamento #WHYNOT dedicato al mondo delle startup.

“La verità è che, con restOpolis, siamo stati i primi a fornire un servizio di livello allo stesso tempo per i ristoratori e i consumatori”, ha spiegato Ambeskovic che ha fondato restOpolis nel 2011. Abbiamo capito che avere la sicurezza di trovare un posto al ristorante non era un bisogno così forte da parte degli utenti, e allora abbiamo aggiunto gli sconti. Ma sconti veri, senza asterischi o eccezioni, senza esibire nulla all’arrivo. Il cliente  che arrivava tramite noi doveva sentirsi esattamente uguale agli altri, anzi avvantaggiato dallo sconto”. “Se abbiamo funzionato anche con un nome così – ha scherzato- vuol dire che il progetto alle spalle era percepito dagli utenti come solido e affidabile”. E se restOpolis ha impiegato circa 2 anni e mezzo ad avere il primo finanziamento, poi è decollata. “In meno di due anni abbiamo fatto 4 round, siamo cresciuti 15 volte anno su anno e alla fine siamo stati acquistati da Tripadvisor”, ha aggiunto.

La storia di Giovanni De Lisi è esemplare e indicativa. Inizia a studiare giurisprudenza “perché il nonno mi voleva avvocato anche se io sognavo di fare l’imprenditore”, poi molla gli studi, inizia a lavorare, da operaio, nell’azienda di famiglia attiva nel settore della costruzione e manutenzione binari. Nel 2011 scopre che esistono traverse ferroviarie in plastica e gomma riciclata e decide di lavorare sull’idea per migliorarla, fino a ideare nel 2012 Greenrail, una traversa prodotta con mareriali riciclati, più conveniente di quelle in calcestruzzo al momento in uso, e che in più produce energia al passaggio del convoglio. Una rivoluzione subito brevettata in oltre 120 Paesi, e che ha attirato su Giovanni, neanche trentenne, l’attenzione del mondo.

La forza del mio brand stava nel prodotto, che dal punto di vista creativo e funzionale non aveva deficit. Sono riuscito a costruire il brand ottenendo prima di tutto validazione scientifica, e per farlo ho chiesto aiuto al Politecnico di Milano, numero uno in Europa nel settore ferroviario. Poi grazie ai periodi di incubazione ho imparato a “vestire l’idea”, ho capito come si fa startup, come si crea un business plan”. E adesso ha tutti gli strumenti per far diventare Greenrail lo standard del futuro.