“Che ne sai tu di un campo di grano” cantava Lucio Battisti nel 1971. Oggi avrebbe la risposta. La storia di Idroplan inizia nella torrida estate del 2015 in un campo di mais. Oggi, a distanza di 6 anni, collabora con oltre 150 aziende per aiutarle a gestire al meglio l’irrigazione, contribuendo a risparmiare il 40% dell’acqua normalmente utilizzata. Matteo Cunial, CEO & co-founder, ci ha raccontato come la startup punti oggi a consolidarsi come una realtà internazionale, capace di valorizzare le collaborazioni con Università ed Enti di Ricerca e in grado di portare nel mondo le proprie soluzioni per un’agricoltura sostenibile.
Matteo, raccontaci Idroplan. Di cosa si occupa? “Idroplan è un sistema a supporto delle decisioni, in termini tecnici un DSS – Decision Support System che aiuta gli agricoltori e i tecnici in campo a capire quando è il migliore momento per irrigare la propria coltura, a seconda degli obiettivi di produzione che si vogliono perseguire. L’agricoltore installa nella propria azienda agricola una centralina meteo e uno o più sensori di umidità del terreno. Questi iniziano ad inviare i dati raccolti sul cloud (la centralina meteo e i sensori sono dotati di schede SIM) dove i nostri algoritmi li rielaborano e generano il consiglio irriguo. Il consiglio irriguo consiste nell’indicare se nei prossimi 7 giorni è previsto uno stress idrico, quando è previsto e con quanta acqua intervenire per ripristinare le condizioni ottimali di umidità del terreno. Idroplan è fruibile come applicazione web e come applicazione mobile. Oggi in Idroplan siamo 8 persone, tra Milano e Roma, e aiutiamo oltre 150 aziende in Italia a gestire al meglio l’irrigazione, contribuendo a risparmiare circa il 40% dell’acqua normalmente utilizzata per questa operazione. Collaboriamo con alcune delle principali Università in Italia (Bologna e Roma) ed Enti di Ricerca del mondo dell’agricoltura come il CREA, e grandi aziende Corporate che stanno investendo nel territorio”.
Un’idea nata… sul campo
Può sembrare un gioco di parole non particolarmente originale ma l’idea alla base di Idroplan nasce davvero sul campo, precisamente in un campo di mais. Nella calda estate del 2015, Matteo stava aiutando suo padre nell’azienda di famiglia con l’irrigazione del mais. Spostavano i cannoni per l’irrigazione da un campo all’altro, ogni 2 giorni, comportandosi come se l’acqua che utilizzavano fosse disponibile all’infinito. Nel 2017, il numero di interventi di irrigazione è aumentato drasticamente a causa della quantità estremamente bassa di eventi di precipitazione. Tuttavia, l’acqua accumulata durante l’inverno non è stata sufficiente a garantire lo stesso livello di irrigazione degli anni precedenti. In agosto, l’acqua è stata razionata e gli agricoltori hanno semplicemente interrotto i piani di irrigazione e come effetto, la resa è diminuita fino al 50%, con effetti importanti anche sulla qualità delle colture. E questo è successo sia ai vecchi (per esempio, cannoni per l’irrigazione) che ai nuovi sistemi d’irrigazione (per esempio, irrigazione a goccia). L’irrigazione deve diventare intelligente. Da quella calda estate del 2015, Matteo, Francesco, Simone e Alessandro hanno iniziato a lavorare ad Idroplan, prima nei weeekend, poi anche le notti in settimana fino a fondare la società nel luglio del 2017 con il primo MVP funzionante e un primo finanziamento di un gruppo di angels che da subito hanno creduto nelle capacità del team.
Dall’irrigazione a supporto a 360° all’agricoltura
Quali sono i prossimi obiettivi, Matteo? “Abbiamo un obiettivo di espansione, che è quello di aggiungere 500 nuove aziende nel 2021 oltre le 150 che già serviamo e un obiettivo di sviluppo del nostro prodotto. L’irrigazione è infatti solo una delle attività che viene svolta in campo. Stiamo espandendo il portafoglio di soluzioni digitali a supporto degli agricoltori e dei tecnici in campo, ad iniziare dalla gestione della fertilizzazione e dei trattamenti contro le malattie. Le soluzioni che stiamo sviluppando prevedono inoltre l’integrazione di diverse fonti dati. Non utilizzeremo più solo stazioni meteo e sensori al suolo, ma anche informazioni raccolte attraverso immagini satellitari e camere video installate sui trattori in campo”.
Il futuro? L’agricoltura sostenibile
Come immaginate il futuro di Idroplan? “Una realtà internazionale, capace di valorizzare le collaborazioni con Università ed Enti di Ricerca e capace di portare nel mondo le proprie soluzioni per un’agricoltura sostenibile”.
E PoliHub? Che ruolo ha nella vostra storia? “PoliHub ha rappresentato per noi il primo importante passo nella partenza di Idroplan. Nel 2017 abbiamo infatti vinto la StartCup Lombardia e siamo approdati al Premio Nazionale Innovazione. PoliHub, con i suoi Mentor, importantissimi nelle prime fasi di una startup, ci ha aiutato a definire una direzione di sviluppo e di crescita che abbiamo seguito nei mesi successivi e ci ha permesso di compiere i primi passi in modo più consapevole. Oggi non si è esaurito il supporto, ma anzi PoliHub ci sta supportando con lo sviluppo di alcune relazioni Corporate molto importanti per la crescita del business e per i progetti di sviluppo che stiamo portando avanti.
Dalla pandemia la crisi che genera opportunità
In conclusione di un anno imprevisto e imprevedibile come il 2020, una domanda dovuta: la pandemia per voi ha rappresentato un ostacolo o un’opportunità? “Entrambe le cose. Nonostante lavoriamo con un settore che ha subito meno degli altri la pandemia, è inevitabile che ci sia stato un impatto anche in agricoltura. Basti pensare a tutte le aziende che rifornivano il settore della ristorazione e del turismo, queste realtà hanno risentito moltissimo dello stop forzato legato alla pandemia. Dall’altra parte, abbiamo assistito ad una crescita importante del digitale in agricoltura, nella gestione aziendale, negli e-commerce ma anche nel monitoraggio da remoto. Questo ci ha sicuramente aiutato a crescere molto nel 2020 e superare i 3.000 ettari monitorati in tutta Italia“.